Nato a Roma il 24 giugno 1938, Vianello cantante inizia da bambino inizia a suonare una fisarmonica, che il padre aveva regalato a sua sorella, provando ad inventare nuovi motivi.
Studente di ragioneria, inizia a suonare la chitarra in alcune orchestre, esibendosi come musicista in qualche locale della sua città; il debutto come cantante avviene però il 22 aprile del 1956, quando Edoardo Vianello si presenta in pubblico, in occasione di uno spettacolo allestito dagli alunni dell’Istituto di ragioneria Leonardo da Vinci (dove lo stesso Vianello studiava), al “Teatro Olimpico” di Roma, che si chiamava ancora “Teatro Flaminio”.
Facendo il verso al leggendario gruppo gospel americano “Golden Gate Quartet”, Edoardo Vianello si esibisce insieme ad un quartetto di finti “negretti”, interpretando il brano Jerico ed una canzone dell’ancora poco conosciuto Domenico Modugno, Musetto, presentata da Gianni Marzocchi al Festival di Sanremo dello stesso anno e resa celebre poi dal Quartetto Cetra.
Si dedica all’attività di attore e cantante, nella compagnia di Lina Volonghi, Alberto Lionello e Lauretta Masiero (il capocomico è Lucio Ardenti), in due lavori teatrali intitolati “Mare e Whisky” (di Guido Rocca) e “Il Lieto Fine” (di Luciano Salce), con musiche di Piero Umiliani e Ennio Morriccone.
Incontra Teddy Reno, che gli fa conoscere un suo amico, anche lui ragioniere, Carlo Rossi (nessun legame con il Carlo Alberto Rossi di E se domani): costui scrive testi allegri e spensierati, sta cercando un musicista per trarne delle canzoni, e Vianello si dimostra subito interessato.
In breve i due compongono alcuni brani che Vianello comincia a far girare: in una delle sue serate viene notato da un funzionario della RCA, ed in breve ottiene un contratto che gli consente di pubblicare nel 1959 il suo primo 45 giri, Ma guardatela.
Segue pochi mesi dopo Siamo due esquimesi, ispirata al film Ombre bianche: quest’ultima è la prima canzone in cui si fa accompagnare dai Flippers che oltre ad essere uno dei due suoi complessi di accompagnamento (l’altro sono i Discepoli) inciderà anche alcuni 45 giri per conto proprio.
Successivamente partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo 1961 con Che freddo! , incisa anche da Mina, Sergio Bruni, Claudio Villa e Sergio Endrigo. La canzone non riscuote un grande successo, ma gli permette comunque di farsi conoscere dal grande pubblico.
Nello stesso anno Edoardo Vianello ottiene il suo primo grande successo: Il capello, presentata in televisione nel corso di uno spettacolo con Don Lurio e le Gemelle Kessler, entra in classifica diventando uno dei dischi più venduti dell’anno, sia per la musica orecchiabile sia per il testo, storia di un capello trovato su un paltò da una donna, che fa pensare ad un tradimento, e che invece analizzato da un chimico si scopre essere un crine di cavallo; tuttora è una delle canzoni simbolo degli anni ’60.
Nell’estate del 1962 incide Pinne fucile e occhiali, quello che diventa il suo disco più venduto: si tratta di un cha cha cha in cui l’arrangiamento di Ennio Morricone introduce rumori di suoni acquatici, stacchi e incisi. Sul retro contiene un altro brano, Guarda come dondolo, che diventa anch’esso un evergreen, pur essendo un lato B; segno del successo di questo 45 giri, tutti e due i brani vengono inseriti nella colonna sonora del film Il sorpasso di Dino Risi.
Molte delle sue canzoni successive diventano dei tormentoni al ritmo di twist, surf, hully gully e cha cha cha. I suoi brani tutti ritmati e di grandissimo successo commerciale, come I Watussi e Abbronzatissima (1963), Tremarella, Hully gully in dieci (1964), e Il peperone (1965) vengono diffusi sulle spiagge e nei bar attraverso i juke-box.
In molte incisioni collabora il gruppo dei Flippers, ma il vero artefice delle brillanti orchestrazioni, ancora oggi gradevoli e non datate è Ennio Morricone, che introduce nuove e inconsuete sonorità negli arrangiamenti.
Carlo Rossi inizia anche a lavorare con altri artisti, come Nico Fidenco e lo stesso Morricone (con cui scrive alcune canzoni per artisti come la Pavone), ma continua la collaborazione con Vianello. Insieme i due firmano anche La partita di pallone, destinata a Cocky Mazzetti, ma che la RCA impone di assegnare all’esordiente Rita Pavone e “Sul cocuzzolo della montagna” sempre per la cantante torinese.
Accanto al genere spensierato e ballabile, Vianello produce anche brani più intimisti, quali Umilmente ti chiedo perdono (su testo di “Gianni Musy”), O mio Signore (su testo di Mogol), Da molto lontano (in cui debutta come autore del testo Franco Califano), Parlami di te (Sanremo 1966), Nasce una vita (Sanremo 1967).
Proprio le due partecipazioni sanremesi del 1966 e del 1967, con i loro flop di vendite, segnano l’inizio di un momento difficile per Vianello, che non riscuote più il successo dei cinque anni precedenti.
Nel 1966 inoltre ha un grave incidente automobilistico che gli impedisce di promuovere il singolo Carta vetrata, con testo di Franco Califano, pubblicato per l’estate e che non ripete le vendite consuete.
Le cose vanno meglio nella vita privata: si sposa nel 1967 con la collega Wilma Goich, e diventa padre di una bambina, Susanna.
Decide quindi, insieme alla moglie e a Franco Califano, di fondare la casa discografica Apollo, nel 1969, con la quale lancia i Ricchi e Poveri (a Sanremo con La prima cosa bella nel ’70 e Che sarà nel ’71), Amedeo Minghi e Renato Zero.
Negli anni settanta assieme alla moglie Wilma Goich forma il duo musicale I Vianella. Hanno un grande successo con Semo gente de borgata, (terza al “Disco per l’estate”) scritta da Franco Califano, Vojo er canto de ‘na canzone, Tu padre co’ tu madre, Lella, Fijo mio di Califano-Minghi (quarta al Disco per l’estate) e Canto d’amore di Homeide di Bardotti-Minghi (terza a “Canzonissima ’73).
In seguito si separa da Wilma Goich e riprende la carriera solista. La sua partecipazione come interprete di se stesso al film “Sapore di mare” di Carlo Vanzina lo riporta alla ribalta. È presente negli anni ottanta e novanta nei più importanti programmi televisivi.
Vince nel 1991 il Telegatto con la canzone “Abbronzatissima”, la più votata al programma televisivo “Una rotonda sul mare”. Nel 2005 è tra i concorrenti del reality di show di raiuno Il Ristorante.
Nel 2006 si sposa per la terza volta con Elfrida Ismolli e nello stesso anno festeggia anche i 50 anni di carriera.
Nel maggio del 2008 è eletto presidente dell’Imaie (Istituto preposto alla tutela dei diritti degli artisti, interpreti ed esecutori di opere musicali, cinematografiche, drammatiche, letterarie e audiovisive).
Oltre mezzo secolo di carriera e una lunga schiera di tormentoni estivi al top delle classifiche della musica leggera italiana non hanno scalfito l’immagine di Edoardo Vianello arrivato a 70 anni di vita continua a cantare dal vivo le sue canzoni con grande entusiasmo.
Nell’estate 2008 pubblica il suo ultimo disco “Replay, l’altra mia estate”: la copertina viene realizzata dall’artista Pablo Echaurren, pittore, scultore, romanziere, autore di fumetti di “avanguardia” e tra i principali esperti italiani di Futurismo, che nella copertina sintetizza in un disegno tutta la carriera di Vianello.
“Abbronzatissima”, “I Watussi”, “La partita di pallone”, “Guarda come dondolo”, “Pinne fucile ed occhiali” sono alcuni dei titoli dei suoi brani più noti: la SIAE ha stimato che le canzoni di Edoardo Vianello (fino al 2007) abbiano superato la soglia delle 50 milioni di copie vendute.